01

Montebelluna (TV), 2007

02

Montebelluna (TV), 2007

03

Montebelluna (TV), 2007

04

Jesolo (VE), 2007

05

Jesolo (VE), 2007

06

Volpago del Montello (TV), 2007

07

Signoressa (TV), 2007

08

Quarto d'Altino (VE), 2008

 

Il piacere dell’inattuale | 2005-2008

L’area in oggetto interessa le provincie di Treviso e Venezia, laboratorio di linguaggi, di

stratificazioni storiche e di processi accelerati di occupazione di suolo agricolo, subordinata

alle esigenze di mobilità di veicoli, merci e persone. Il patrimonio dell’identità urbana,

paesaggistica e antropologica è gravemente a rischio. Una parte del paesaggio agrario,

bonificata, presenta i segni della devastazione, dei mutamenti nell’agroeconomia e del nuovo

assetto economico e commerciale spostatosi in molti casi verso le zone costiere. Sui resti di

tali trasformazioni del territorio emergono segni e frammenti d’archeologia rurale: casali e

ruderi agricoli dove la vegetazione, come un virus, ha intaccato la struttura architettonica e

ne ha cambiato la morfologia stessa. Immediato nell’osservatore il rimando al passato,

all’esperienza del tempo, alla memoria, al fascino delle rovine, all’idea del sublime suggerita

da Piranesi e Goethe, alla rivelazione promessa da questa invasione di disordine e

devastazione. Il fascino che emanano questi corpi ibridi, territorio di sperimentazione tra

architettura e natura, materiale e vegetale, passato e contemporaneo investe chi guarda del

puro godimento dell’inattuale. Il piacere e l’emozione che si prova a guardarli sono di ordine

estetico, successivamente si avverte una distanza:

 

«quella fra un senso passato, scomparso e una percezione attuale, incompleta. La

percezione di questo scarto fra due incertezze, fra due incompiutezze è la ragione essenziale

del nostro piacere… La percezione di questo scarto è la percezione stessa del tempo,

cancellata in un batter d’occhio dall’erudizione e dal restauro (l’evidenza illusoria del passato)

come dallo spettacolo e dall’aggiornamento (l’evidenza illusoria del presente).»

 

Marc Augé ‘Rovine e macerie’. Il senso del tempo, Torino, 2004

 

Sembra quasi che la natura sappia custodire meglio dell’uomo i segreti del passato:

decadenti ma armoniosamente equilibrati, vestigia sepolte ma animate da una propria

interna vita vegetale e animale, straordinarie testimonianze di memoria, storia, cultura.

 

Godimento del tempo puro, puro piacere dell’inattuale.

 

 

Pubblicato nel numero di Marzo 2010 di Urbanautica

Pubblicato nel Novembre 2010 su New Landscape Photography