Few Moments Ago | 2010
È come guardarsi intorno quando ci si è persi, alla ricerca di un indizio, un oggetto familiare o un segno qualsiasi, qualcosa di conosciuto o che si crede tale, un vago ricordo. La serie fotografica che Gianpaolo Arena ha dedicato al paesaggio liminale di Savignano sul Rubicone, piccolo centro del primo entroterra romagnolo, sembra muoversi lungo precise direttive, stringendo deliberatamente il campo visivo in una sorta di ultimo necessario tentativo a superare il disorientamento. Lo spazio fisico di un luogo costretto tra il potente segno rettilineo della Via Emilia e la vicina costa Adriatica si riflette in scatti tanto impietosi da suggerire una propria natura di dettaglio anche nei pochi casi in cui gli orizzonti sembrano finalmente distendersi e aprire più ampie porzioni di cielo e di aria. Eppure gli oggetti quotidiani, le automobili e i giardini nella loro esasperata personalizzazione, come pure le facce dei vecchi oltre i cancelli o alle finestre, sembrano parlare poco quanto porte sprangate o bocche serrate strette, scrigni e scatole chiuse da troppo tempo, e non dicono di sé e di questo luogo a cui appartengono più delle figure lontane ritratte di schiena o di quei pochi pezzi di cielo bianco oltre il quale si perde lo sguardo, ancora senza riferimento. Viene da chiedersi più volte, dove siamo. La perdita di una o più identità passa anche di qui, ed è fatta di molte piccole diversità slegate e accostate tra loro casualmente come se a tenerle insieme bastasse abbassare gli occhi, mentre è soltanto la paura del futuro a sgretolare il passato, e ciò che eravamo fino a pochi istanti fa.
Testo: Andrea Filippin
Pubblicato in Aprile 2011 sul numero 14 di Unless You Will